Innovazione
+ Innovazione di processo e dell’organizzazione + Innovazione di prodotto
L’internet delle cose (Internet of Things, IoT) è considerata una delle aree di principale sviluppo sociale e tecnologico dei prossimi anni. Secondo il Gartner Group l’ecosistema dell’IoT prevede una diffusione esponenziale, con una crescita diffusa in tutti i paesi industrializzati.
L’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano rileva che nel 2015 si è avuto un boom dell’IoT in Italia, con un aumento di fatturato del 30%. Se Il mercato degli oggetti interconnessi che vale 2 miliardi di Euro è al momento trainato da contatori gas e auto connesse, per il 2017 si attende una crescita importante anche per Smart Home, Smart City e Industrial IoT. In particolare, per quanto concerne la Casa Intelligente il 79% dei consumatori italiani è disposto ad acquistare prodotti per la Smart Home, ma solo uno su quattro lo farà entro 12 mesi. Tuttavia, le applicazioni di Smart Home così come quelle di Smart Building differiscono significativamente per maturità, diffusione e grado di aderenza verso il paradigma dell’IoT.
Vi sono alcune soluzioni consolidate e diffuse da tempo, che utilizzano le funzionalità più semplici abilitate dall’IoT: è il caso di applicazioni a scopo di security (videosorveglianza, antintrusione, gestione). Secondo le analisi più recenti, a partire dalla seconda metà di questo decennio saranno introdotte profonde innovazioni nel modo di produrre con la creazione di nuovi sistemi di domanda-offerta e nuovi modelli di commercio e distribuzione.
In questo ambito si colloca il nostro progetto. In vero, le più diffuse applicazioni di IoT in ambito domestico, a parte il settore dei sistemi di sicurezza anti-intrusione che fanno caso a se, sono legate o all’entertainment, secondo lo schema della “bacchetta magica”: faccio fare ai miei device quello che ho in mente, senza bisogno di dirglielo, ovvero al telecontrollo, secondo lo schema dei sensi remoti, per cui vedo anche da lontano quello che c’è nel frigo, a che punto è il ciclo di lavaggio, accendo per tempo il condizionatore quando sono a distanza opportuna da casa etc. Sono tutte applicazioni interessanti, ma sostanzialmente ludiche, che hanno un costo, senza per questo cambiare di molto la qualità della nostra vita. Viceversa, il paradigma e-mom che si propone va a intaccare radicalmente il nostro menage familiare liberando l’utente dell’incombenza di dover scegliere tra modalità di eseguire compiti domestici di cui non ha affatto né pratica né interesse. Questo è tanto più vero quando l’utente conduca vita da single, condizione oramai altamente diffusa, senza nessun stimolo a perfezionarsi nelle arti domestiche e nessuna esperienza di riferimento. E’ qui che interviene e-mom, come app a cui rivolgersi per ottenere risposte 4.0, ovvero basate su capacità cognitive, e dunque adattive e intelligenti. Si tratta dunque di innovare tanto la filiera dello Smart Living, virando dall’idea di fornire sensazioni piacevoli quali la musica giusta al tempo giusto come la desideriamo, all’idea di fornire servizi concreti alla nostra vita domestica, migliorandola in termini di efficienza e liberazione da incombenze ripetitive e di poco interesse quanto di scarsa esperienza, quali decidere la tempo di cottura di una pietanza o la temperatura dell’acqua di ammollo di un dato bucato.
L’aspetto cognitivo ha un peso rilevante e distintivo di questo paradigma. E’ indubbio che la capacità di apprendere e di adattarsi alle abitudini dell’utente sia un target rilevante del moderno sviluppo tecnologico. Il paradigma che si propone sposa appieno questo target, nel rispetto dei criteri di privacy e prevalenza dell’utente rispetto alla macchina che sono imperativi in questo tipo di applicazioni. Oltre a comportare un notevole innalzamento del livello di confort in ambito domestico, il sistema che si propone costituisce un concreto strumento di inclusione delle persone svantaggiate, laddove l’adattività e versatilità di e-mom consentono allo specifico soggetto di realizzare task domestici altrimenti disagevoli. In questi termini, l’intelligenza della Casa Intelligente diviene una funzione concretamente fruibile e al contempo quantizzabile.
Saranno pertanto messi in atto indicatori della fruibilità del sistema in termini sia dei classici indicatori di usabilità quali il SUS (System Usability Scale) rilevati da questionari a risposta soggettiva, sia indicatori più quantitativi, legati ad esempio al numero di transazioni risolte dal sistema e-mom ed alla quantizzazione in scala Likert dei feedback rispetto ai task eseguiti. Da questi si trarranno sia statistiche statiche, tipo il valor medio o la varianza della quantizzazione, sia regressioni nel tempo, per capire il miglioramento del feedback a seguito dell’apprendimento del social network.
Innovazione dei processi e dei prodotti
La controparte industriale dell’ecosistema che si propone comporta una importante innovazione nel modo di produrre. Se è ampiamente acquisito il concetto che, per quanto tecnicamente efficiente e avanzato, un prodotto necessita di esibire una grande gradevolezza affinché il cliente lo acquisti, il novo modo di produrre nell’epoca della e-mom richiede che i prodotti, gli elettrodomestici nello specifico, siano dotati un’interfaccia informatica altamente avanzata, non tanto rivolta direttamente all’utente, che difficilmente si innamora del proprio elettrodomestico, quanto alla rete internet che sarà il suo vero interlocutore. La qualità del prodotto dipenderà da un giusto equilibrio tra un hardware estremamente duttile quanto a parametri di esercizio, ed un software in continua evoluzione per tener testa alle variazioni delle tendenze ed esigenze della clientela quanto a caratteristiche dei task che verranno richiesti (limitazioni dei consumi, proprietà dei detergenti, ingredienti culinari, etc). Questa innovazione va accompagnata da una analoga nelle tecniche di vendita e nei servizi ancillari offerti. Dunque, potrà accadere che un hardware meno performante abbia un destino commerciale migliore di uno più performante, se la controparte socio-informatica del primo è più evoluta che quella del secondo.
L’ecosistema che si propone vuole essere appunto un elemento distintivo nella valutazione di questa controparte, dove la differenza la fa l’utilizzo dei sistemi cognitivi dell’Intelligenza Artificiale per soddisfare le richieste del cliente.
Ora, i sistemi cognitivi si basano su algoritmi più o meno sofisticati di machine learning, che hanno in comune la necessità di essere alimentati da sorgenti di informazione. E qui intervengono di nuovo il produttore ed il rivenditore, che possono arricchire queste sorgenti con la loro esperienza tecnologica.
In definitiva, l’innovazione che si introduce con questo progetto verte su tre aspetti:
- Sviluppo sperimentale in termini di strutturazione e utilizzo delle conoscenze e capacità esistenti di natura scientifica e tecnologica allo scopo di sviluppare prodotti, processi nuovi.
In particolare, il partner accademico UNIMI si dedicherà al trasferimeto tecnologico, dedicandosi in particolare definizione concettuale, alla pianificazione e alla documentazione del nuovo prodotto, chiamato e-mom, e dei processi e servizi che serviranno per realizzare il progetto. I partner industriali metteranno in pratica queste nozioni a modelli
- sia realizzando il social netowrk e le interfacce (Engitel)
- che realizzando un pilot che si avvarrà di un mockup già esistente presso Social Things, ereditato in parte dal progetto europeo Sands, che permetterà di sperimentare in vivo l’efficacia dell’ecosistema popolato dalla terna social network, elettrodomestici e utenti.
- Innovazione dei metodi organizzativi sia nelle pratiche commerciali che nelle relazioni esterne di un’impresa;
- Innovazione di prodotto grazie al nuovo equilibrio hardware-software di cui si diceva ed il suo stretto collegamento alle funzionalità social da cui la sua piena operatività non potrà più prescindere.
Dunque, se negli anni 70 si è avuta una rivoluzione industriale con il travaso di molte energie e manpower dal primario al terziario, nei prossimi anni con avvento dell’industria 4.0 assisteremo ad un rientro del terziario nel primario sotto forma di sistemi intelligenti al servizio dei prodotti. Il nostro progetto vuol essere una accelerazione in questa direzione che rappresenta una leva tecnologica e commerciale per la nostra industria.